Un pezzo di storia dell’aceto balsamico di Modena: il monaco Donizone
La storia dell’aceto balsamico di Modena affonda le sue radici in un passato lontano, ma ancora oggi risulta un prodotto estremamente attuale ed adatto a tutte le occasioni, spesso usato anche come cadeau per celebrare momenti da ricordare. Tuttavia, la sua diffusione nasconde episodi incredibili e curiosità che rendono questo prodotto tipico del nostro territorio ancora più speciale: un pezzo di questa storia porta addirittura la “firma” del monaco Donizone.
Siete curiosi di sapere di cosa si tratta e cosa successe tanto tempo fa? Oggi ve lo raccontiamo noi di Acetaia Marchi in questo articolo, partendo dalle sue origini più lontane fino ad arrivare ad oggi e alle nuove proposte più in voga!
Un monaco e il suo poema mai consegnato alla protagonista
Tra l’XI e il XII secolo visse un monaco benedettino di nome Donizone. Egli abitava all’interno del monastero di Canossa, di cui più tardi divenne abate. Il monaco scrisse “Vita Mathildis”, un poema in due libri, il cui titolo effettivo fu “De principibus Canusinis”. Ma perché questo monaco è entrato a gamba tesa a far parte della storia dell’aceto balsamico di Modena?
In queste pagine il monaco raccontò una parte della vita della Contessa Matilde di Canossa, più precisamente di ciò che accadde negli ultimi anni. Alla fine, dovette aggiungere anche un capitolo che parlava della sua morte. Quest’ultima si verificò nel luglio del 1115, prima ancora che ella potesse leggere l’opera scritta espressamente per lei. Un altro capitolo aggiuntivo, quello finale, fu invece dedicato all’arrivo a Canossa dell’imperatore Enrico V, che avvenne nella primavera dell’anno successivo alla morte della donna.
Dalle gesta eroiche alla storia dell’aceto balsamico di Modena
L’intento del monaco era quello di scrivere un poema che elogiasse la dinastia dei Canossa ed in particolare la Contessa Matilde, rendendo tutta la stirpe ancor più eroica agli occhi dei lettori. Proprio per questo, l’uomo si impegnò molto per dare enfasi ad ogni più importante evento accaduto.
Il monaco fu l’unico testimone di tanti fatti realmente accaduti e sono questi che danno vita al suo poema. Tra i suoi racconti c’è anche la parte che si interseca con la storia dell’Aceto Balsamico di Modena. Infatti, il testo narra che al tempo di Matilde si produceva il balsamico. Donizone parlò di questo nettare che, già nel 1046, si produceva proprio nella rocca di Canossa.
Quando il re e futuro imperatore Enrico II passò nel territorio di Piacenza, decise di mandare un messaggero al padre di Matilde, ovvero il marchese Bonifacio. Costui era incaricato di chiedere al regnante di Canossa di poter avere un po’ di quell’Aceto tanto apprezzato e lodato e la cui fama era arrivata fino alle orecchie del futuro Imperatore: senza esitare il marchese mandò in dono all’imperatore il Balsamico prodotto nella sua rocca, mettendolo inoltre all’interno di una preziosa botticella d’argento. Questo fatto è oramai parte della storia dell’Aceto Balsamico di Modena e della nostra tradizione e ci fa capire quanto questo alimento fosse molto apprezzato già all’epoca: un dono per principi, re ed Imperatori!
Un’interessante curiosità
Nonostante la narrazione, il monaco Donizone non usò mai la parola “balsamico” all’interno dei suoi testi. Questo, però, non deve destare alcun dubbio: l’Aceto di cui parla è sicuramente quello che conosciamo oggi ma l’attributo balsamico è arrivato più recentemente. Per la precisione, questo termine venne usato per la prima volta nel 1747 all’interno del Registro delle vendemmie e vendite dei vini e negli inventari ducali della Reggia Estense di Modena.
La storia dell’aceto balsamico di Modena è cominciata proprio tanto tempo fa!
Insomma, l’aceto balsamico affonda le sue origini in un passato lontano. Le ipotesi dicono che sia nato per caso, grazie ad una persona che si dimenticò del mosto cotto d’uva (la saba, usata ancora oggi come dolcificante) all’interno di un vaso. Dopo un po’ di tempo se ne accorse e lo assaggiò, scoprendo dunque la bontà di questo straordinario prodotto.
L’acetificazione aveva infatti iniziato il suo corso naturale e da quell’assaggio nacque pian piano il processo di produzione che conosciamo oggi e che conobbe anche la stessa famiglia della Contessa Matilde. Se non fosse stato per il monaco Donizone, chissà se avremmo mai conosciuto questa piccola parte di storia dell’Aceto Balsamico di Modena legata alla rocca di Canossa!
L’aceto balsamico oggi: le novità proposte
Ancora oggi l’Aceto Balsamico rimane più che mai attuale, oltre ad essere uno dei prodotti tipici della zona di Modena più conosciuti e apprezzati nel mondo intero. Si tratta infatti di un’eccellenza gastronomica che si avvale di una tradizione che, come abbiamo visto, affonda le sue radici in un passato lontano e che comunque ha mantenuto nel corso dei secoli una storia che viene tramandata di generazione in generazione.
Contando numerosi estimatori in tutto il mondo, spesso viene acquistato come souvenir quando si visitano queste zone in Italia oppure viene regalato per celebrare dei momenti speciali. Apprezzato in ogni forma, è il dono perfetto quando è racchiuso in una confezione regalo. Viene inoltre utilizzato anche nella veste di bomboniera enogastronomicha per le occasioni speciali. Che sia un matrimonio, un battesimo oppure una comunione, il balsamico è sempre perfetto per soddisfare le esigenze anche dei palati più fini!
Inoltre, se volete assaggiare personalmente la bontà di questo prodotto e siete curiosi di scoprire il tradizionale processo di realizzazione di questa squisita gemma del territorio, tra le cose da fare a Modena c’è sicuramente una visita guidata in acetaia. A partire da una passeggiata rilassante nel vigneto fino alla degustazione dei prodotti da noi preparati con cura, i nostri esperti vi accompagneranno in questo viaggio alla scoperta della storia e dei segreti del Balsamico. Questa straordinaria esperienza all’interno di Acetaia Marchi sarà una festa per i vostri occhi e per le vostre papille gustative!
Le migliori acetaie di Modena
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