"La tradizione, l'amore, la passione ed il profumo diventano una realtà da tramandare"

Maurizio Marchi

La nostra storia con radici centenarie

Acetaia Marchi è il frutto di una storia con ingredienti semplici e genuini: famiglia, passione per il proprio lavoro, amore per il territorio e artigianalità tramandata di generazione in generazione.

Storia famiglia Marchi

Prima generazione

A Modena, la tradizione dell’Aceto Balsamico ha radici profonde e la famiglia Marchi ha il privilegio di essere inclusa in questo affascinante capitolo.

Nel 1910 Francesco e Savina iniziarono ad occuparsi delle prime botti di Aceto Balsamico. I fondatori della nostra azienda erano all’epoca mezzadri, ossia coltivavano i campi concessi loro da un affittuario in cambio di una parte del raccolto.

Grazie ai vigneti sulle loro proprietà, iniziarono a produrre Aceto Balsamico. Questo diede loro maggiore autonomia economica data dal fatto che questo prodotto è sempre stato molto apprezzato nel commercio e nelle vendite.

È grazie a Francesco e Savina che la passione per l’Aceto Balsamico è entrata nella famiglia Marchi; passione poi trasmessa di generazione in generazione.

Seconda generazione

La seconda generazione è incarnata da Nellusco Marchi che continuò a coltivare come mezzadro gli stessi campi dei suoi genitori. Durante i difficili anni della Seconda Guerra Mondiale aveva solo 19 anni e quando l’Italia decise di intervenire nel conflitto fu chiamato al servizio militare. La fortuna volle che non venisse mai chiamato a partecipare ad azioni di grandi dimensioni militari e fu così che tornò sano e salvo a casa.

Dopo essere tornato dalla guerra, incontrò Valentina Cioni, la donna che sarebbe diventata sua moglie. Con i guadagni ottenuti come soldato, riuscì a riacquistare i terreni che lui e la sua famiglia avevano coltivato fino a quel momento.

Uomo tenace e capace, fece prosperare la sua attività e aumentò il numero di barili che la famiglia Marchi teneva nel granaio della fattoria vicino a Modena. Con il passare degli anni, Nellusco si specializzò nella produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e si unì con entusiasmo alla Consorteria di Spilamberto, nata alla fine degli anni sessanta.

Questa associazione cominciò a stabilire le norme su come produrre un ottimo aceto balsamico, affinché tutti i produttori seguissero il medesimo metodo tramandato dalla tradizione. Ancora oggi attiva, è certamente anche grazie a lei se nel 2000 le Istituzioni riconobbero la denominazione “DOP” al nostro prodotto più prezioso.

FamigliaMarchi lavora alla vigna di famiglia
Vendemmia Acetaia Marchi

Terza generazione

La passione per l’Aceto è stata trasmessa anche alla terza generazione della famiglia Marchi. Maurizio e sua moglie Irene hanno aiutato a aumentare la produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP. Oltre ad aumentare significativamente il numero di botti, Maurizio iniziò ad integrare alle batterie già esistenti nuove botti di legni di diverso tipo con lo scopo di ottenere un prodotto dai gusti sempre più pregiati e accattivanti.

A lui si deve inoltre l’idea, negli anni 2000, di espandere l’attività con la produzione di Aceto Balsamico di Modena IGP e dei condimenti balsamici.

Oggi Maurizio lavora in azienda ed è anche grazie al suo contributo che nel 2017 è stata inaugurata la nuova sede produttiva immersa nei vigneti di famiglia.

 

Quarta generazione

Nei primi anni 2000, Massimiliano Marchi sposa l’idea di assumere la guida dell’Acetaia di famiglia, in un periodo di crescente domanda di Aceto Balsamico. L’azienda si distingue nel mercato per la certificazione biologica e per l’offerta del servizio di private label anche per clienti con volumi di produzione contenuti.

Il 2017 segna una svolta importante con l’inaugurazione della nuova sede, strategicamente posizionata accanto ai vigneti di famiglia. Qui Massimiliano ha sviluppato un programma di visite guidate in acetaia a Modena, riconoscendo l’importanza di promuovere la cultura del Balsamico ed educare i consumatori alla conoscenza dei diversi prodotti, valorizzando così la qualità superiore dell’Aceto Balsamico artigianale.

Tra gli obiettivi futuri spicca l’ambizione di ottenere il riconoscimento di fattoria didattica, per ampliare l’offerta di attività esperienziali per visitatori di tutte le età in un autentico contesto rurale.

Oggi Massimiliano guida il team vendite dell’Acetaia e, con passione e dedizione, trasmette a suo figlio Mattia i segreti della produzione dell’Aceto Balsamico di Modena, preservando così la tradizione familiare per le generazioni future.

 

 

terza e quarta generazione della famiglia Marchi - assaggio aceto balsamico di modena
bambino-guarda-dentro-botte-di-aceto-balsamico-di-modena

Quinta generazione

Diamo tempo al tempo… lavori in corso!

L’eccellenza della tradizione di Modena dona al Balsamico il suo gusto
unico e inimitabile.

La nostra filosofia

FAMIGLIA

Siamo una famiglia unita da un profondo legame con la terra e con la tradizione agricola che ci è stata tramandata. Per noi, ciò che produciamo non è semplicemente una merce, ma un vero e proprio onore e un sacro onere. Sentiamo la responsabilità di portare avanti, con dedizione e rispetto, il lavoro instancabile di chi ci ha preceduto, cercando di onorarne la memoria e di migliorare il frutto del loro lavoro.

Uno dei nostri punti di orgoglio, il cuore pulsante della nostra attività, è senza dubbio il vigneto. È qui, tra i filari che solcano la placida pianura modenese, che il nostro pregiato Aceto Balsamico inizia il suo lento percorso produttivo. Consideriamo il vigneto il punto di partenza della qualità del nostro prodotto e siamo fermamente convinti che solo da uve perfettamente sane, mature al punto giusto e con un tenore zuccherino ottimale, possano nascere prodotti di elevata qualità artigiana.

Nel cuore del mondo del Balsamico pulsa un’anima profondamente artigianale e una meticolosa attenzione al dettaglio in ogni fase di produzione.

Lungi da processi industriali standardizzati, la creazione del nostro Aceto balsamico è un rito fatto di pazienza e ricette tramandate di generazione in generazione. Si parte dalla selezione rigorosa delle uve autoctone, pigiate con cura, il cui mosto viene cotto lentamente, concentrandone con maestria zuccheri e aromi. Segue poi il lento invecchiamento in batterie di botti di legni diversi (come rovere, castagno, ciliegio, gelso, ginepro), durante il quale ognuna di queste essenze conferisce sfumature uniche al prezioso liquido.

Ogni passaggio è accompagnato da un controllo visivo, olfattivo e gustativo, fino ad arrivare all’assaggio finale che ne decreta la messa in bottiglia. I controlli sono direttamente effettuati grazie all’esperienza artigiana dei membri della nostra famiglia.

Non c’è una definizione semplice del “fare cultura dell’Aceto Balsamico” poiché più aspetti lo compongono:

  • Raccontare la storia e la tradizione: narrarne le origini, le tecniche di produzione tramandate di generazione in generazione, il ruolo dalla famiglia come custode e il significato culturale che questo prodotto ha assunto nel corso dei secoli;
  • Educare alla degustazione e all’utilizzo: guidare le persone alla scoperta della complessità sensoriale dell’Aceto Balsamico, dalle sue diverse densità e acidità fino all’evolvere dei profumi e dei sapori. A ciò si affiancano utili consigli su come impiegarlo in cucina, per esaltare ogni piatto con il giusto abbinamento balsamico;
  • Promuovere il legame con il territorio: evidenziare la stretta connessione tra l’Aceto Balsamico e le terre di Modena, sottolineando l’importanza delle uve autoctone, del clima e del paesaggio che contribuiscono a renderlo un prodotto inimitabile;
  • Valorizzare l’artigianalità e la qualità: spiegare la meticolosità dei processi produttivi, la pazienza richiesta dall’invecchiamento in botti, il ruolo del “Maestro Acetaio”, del “Maestro Assaggiatore” e l’importanza dei Consorzi di Tutela nel garantire l’autenticità e la qualità del prodotto;
  • Creare esperienze e momenti di condivisione: tramite degustazioni, visite alle acetaie, eventi a tema, laboratori didattici e iniziative culturali che permettano alle persone di entrare in contatto diretto con il nostro mondo e la nostra famiglia. Momenti preziosissimi per tutti noi!

La sostenibilità è per noi un pilastro fondamentale; un impegno concreto per preservare la ricchezza del territorio e garantire la vitalità del nostro terreno per le future generazioni.

Questo approccio trova applicazione in svariati modi:

  • Irrigazione mirata con sistema goccia a goccia: questa tecnologia ci permette di fornire alle viti la quantità precisa di acqua di cui necessitano. Rispetto ai metodi di irrigazione tradizionali, riduciamo il consumo idrico, evitando sprechi per evaporazione o ruscellamento. Questo contribuisce a mantenere l’equilibrio idrico del suolo, prevenendo fenomeni di stress nelle piante e favorendo una crescita sana e uniforme delle uve.

  • L’adozione di un impianto fotovoltaico: grazie all’energia solare siamo in grado di autoprodurre una parte significativa dell’elettricità necessaria per le attività produttive. L’energia solare alimenta le pompe per l’irrigazione, i sistemi di lavorazione in cantina e le colonnine di ricarica per auto elettriche installate nella proprietà.

  • La minima lavorazione dei suoli è una ulteriore pratica agronomica, che adottiamo per preservare la struttura e la fertilità naturale del terreno. Evitando arature profonde e lavorazioni eccessive, proteggiamo la microfauna e la microflora del suolo, favorendo la sua capacità di ritenzione idrica e di assorbimento dei nutrienti. Un suolo vivo e sano è un bene per tutti.

  • Difesa dei vigneti autoctoni: è per noi una priorità assoluta. Le varietà di uva tradizionali del nostro territorio, come il Trebbiano e il Lambrusco, rappresentano un patrimonio genetico unico e prezioso. La loro coltivazione, spesso più resistente alle malattie e agli stress ambientali rispetto a varietà internazionali, contribuisce a ridurre la necessità di interventi fitosanitari intensivi. Preservare e valorizzare i vitigni autoctoni significa non solo tutelare la biodiversità agricola, ma anche garantire l’autenticità e la tipicità del nostro Aceto Balsamico, un prodotto indissolubilmente legato alla sua terra d’origine.

Non ci sono scorciatoie per produrre un buon Aceto Balsamico: il tempo è uno degli ingredienti fondamentali.

Il lavoro in Acetaia insegna che solo con pazienza e perseveranza si possono raggiungere gli obiettivi di lungo periodo. Al contempo, questi obiettivi si possono raggiungere solo con una cura ed un’attenzione costante e non è escluso che si venga chiamati a continuare il lavoro iniziato da chi ci ha preceduto.

degustazione aceto balsamico di modena acetaia marchi

Visite in acetaia: dal vigneto alla produzione dell'Aceto Balsamico

Noi di Acetaia Marchi ci teniamo a mostrare il lungo processo di produzione del nostro Balsamico: per questo motivo, organizziamo delle visite guidate in Acetaia disponibili in diverse lingue, tra cui l’inglese, il francese, il tedesco, lo spagnolo e il polacco. Questa occasione dà la possibilità ai visitatori di provare in prima persona l’altissima qualità dei nostri ingredienti e di visitare i luoghi dove tutto ha inizio, come ad esempio il nostro vigneto. 

Dopo una piacevole e rilassante passeggiata all’esterno si passa nella vera e propria Acetaia, dove si dà il via al processo produttivo. I visitatori, guidati dai racconti dei maestri acetai, verranno accompagnati in un viaggio sensoriale unico, tra il profumo e il gusto inimitabile dell’Oro Nero di Modena.