Qual è la differenza tra Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP?
Conoscere la differenza tra Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP è importante. Infatti, solo in questo modo si potrà fare la scelta più giusta per il proprio palato e per i piatti che si vogliono preparare. Questi condimenti si distinguono per quanto concerne le proprietà organolettiche, ma le differenze non finiscono qui.
Cominciamo dalle sigle…
Cosa significano le sigle D.O.P. e I.G.P.? Avere la risposta a questa domanda è sicuramente il primo passo per capire qual è la differenza tra Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP. La prima è l’abbreviazione di Denominazione d'Origine Protetta, mentre I.G.P. sta per Indicazione Geografica Protetta. Queste due sigle sono riconoscimenti concessi a prodotti alimentari che presentano caratteristiche uniche legate all’origine geografica e non solo.
Entrando più nello specifico, possiamo dire che l'etichettatura D.O.P. indica che il prodotto è stato preparato in una specifica regione e seguendo precisi standard di produzione. Questo marchio è rilasciato in maniera esclusiva agli alimenti che sono stati interamente prodotti all’interno di una specifica zona geografica secondo le indicazioni del relativo disciplinare. L'etichettatura I.G.P. assicura che il prodotto ha un’origine geografica ben precisa e che almeno una delle fasi di produzione è stata effettuata nella zona geografica indicata.
Le caratteristiche che fanno la differenza tra Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP
Oltre ai marchi di riconoscimento di cui abbiamo appena parlato, ci sono determinate caratteristiche che rendono l'Aceto Balsamico Tradizionale diverso da quello non tradizionale. Il balsamico tradizionale è un condimento prodotto esclusivamente con mosto d'uva cotto, seguendo un processo molto lento. Si presenta come un alimento di qualità superiore, che viene realizzato solo in alcune aree specifiche dell'Emilia-Romagna e delle province di Modena e Reggio Emilia. Ha un sapore più o meno intenso, a seconda dell’invecchiamento, un colore scuro e una corposa consistenza.
L'Aceto Balsamico di Modena IGP è un condimento prodotto seguendo un processo più veloce e con ingredienti diversi rispetto al tradizionale. Viene infatti realizzato con mosto d'uva cotto, aceto di vino e una miscela di aromi e sapori. Questa si presenta come una decisiva e sostanziale differenza tra Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP. Il sapore cambia diventando meno intenso, anche se resta comunque delizioso, e la consistenza è meno corposa rispetto al tradizionale.
Come distinguere i due condimenti?
Il primo punto da considerare è sicuramente il marchio di riconoscimento. Quest’ultimo è riportato sulla bottiglia e la sigla è indicata nella denominazione del prodotto. Pertanto, anche al primissimo impatto, non è difficile riconoscere i due condimenti. Le differenti caratteristiche organolettiche appena indicate possono aiutare a comprendere con quale condimento si ha a che fare anche durante una degustazione.
La differenza tra Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP: alcune conclusioni
Come abbiamo potuto vedere, esistono delle significative distinzioni tra i due condimenti in oggetto. Per approfondire l’argomento, vi invitiamo a visitare la nostra Acetaia. Qui potrete vedere da vicino come si producono e qual è la differenza tra Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e Aceto Balsamico di Modena IGP… Vi aspettiamo!
Le tradizioni e le usanze legate all'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è un condimento tradizionale prodotto nelle zone di Modena, ricavato dai mosti delle uve del territorio, ed invecchiato per almeno 12 anni. Il suo profumo e la sua aromaticità lo rendono ad oggi uno dei prodotti simbolo dell’Italia, adatto ad esaltare tantissime preparazioni, conferendo un tocco davvero peculiare a pietanze sia dolci che salate.
Non tutti, però, conoscono la storia che si cela dietro a questo “nettare nero”. Ad esempio, molte persone non sanno che l’aggettivo “balsamico” è stato associato all’aceto perché l’utilizzo originario del prodotto era come antisettico per lenire il mal di gola e come digestivo contro il mal di stomaco. Inoltre, si riteneva che potesse combattere anche la peste.
La tradizione familiare
L’Aceto Balsamico di Modena DOP è una vera e propria tradizione per tutti i modenesi. Infatti, come in altre regioni si produce l’olio, in Emilia Romagna ed in particolare a Modena si produce aceto. Non è raro, ancora oggi, trovare nelle soffitte delle botti adibite proprio alla produzione dell’aceto, sia nelle abitazioni di campagna che quelle di città. Ciò è dovuto principalmente ad un’antica usanza, ovvero quella di portare in dote dei barili d’aceto quando una donna doveva sposarsi. Più barili possedeva una famiglia, più la dote della donna era preziosa.
Infatti, alla nascita di una figlia femmina, ogni famiglia iniziava una produzione di aceto, a cui dava il nome della neonata, proprio per la dote. Tali barili venivano posizionati nel sottotetto per evitare il furto da parte dei malintenzionati. Inoltre, vi era la credenza che bisognasse posizionare una pietra del fiume Panaro per tenere ferma la pezzuola protettiva della botte, al fine di preservare il gusto del prodotto.
Le origini dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP
Ma quali sono le origini dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP ? La storia inizia all’epoca degli Antichi Romani: furono loro, per primi, a cuocere il mosto d’uva al fine di preparare una bevanda oppure condire le preparazioni. A tavola, durante i loro sontuosi banchetti, i Romani ponevano sempre delle ciotole piene d’aceto dove i commensali inzuppavano pezzi di pane tra un piatto e l’altro, al fine di favorire la digestione. Successivamente, tra il XII ed il XIV secolo, nacquero nei territori tra Modena e Reggio Emilia delle vere e proprie corporazioni con il compito di conservare e preservare la ricetta dell’aceto.
Durante il medioevo, a Modena, fu il Ducato degli Estensi a contribuire alla diffusione di questo particolare prodotto, anche oltre i confini regionali e nazionali, attribuendo anche per la prima volta l’aggettivo “balsamico” all’aceto. Furono poi i Francesi, in particolare, a commercializzare l’aceto.
L’invasione di Napoleone, nel 1796, infatti, permise loro di ritrovare presso la Corte Estense produzioni d’aceto, che decisero di vendere così come tutti gli altri beni. Il prodotto venne molto apprezzato, e divenne uno dei protagonisti delle esposizioni tenutesi a Modena e Bologna rispettivamente nel 1863 e nel 1888. Sempre nello stesso periodo, si affermarono le prime dinastie di produttori di aceto, e si iniziarono a codificare in maniera precisa i processi produttivi per ottenere un aceto a regola d’arte.
Dietro ad ogni degustazione di Aceto Balsamico c'è un vero e proprio percorso sensoriale
L’Italia ha da offrire al mondo intero una pluralità di prodotti rinomati per le loro caratteristiche. Si pensi ad esempio all’aceto di Modena. Più precisamente, l’Aceto Balsamico di Modena DOP è un prodotto peculiare, non facilmente sostituibile con prodotti simili, questo perché viene realizzato combinando passione, tradizione e maestria dei produttori che tramandano di generazione in generazione i loro segreti. Proprio per questo, fare una degustazione d’aceto potrebbe essere un’esperienza davvero unica nel suo genere, capace di coinvolgere tutti i sensi.
Come si degusta l’aceto?
La degustazione dell’Aceto Balsamico di Modena va fatta preferibilmente di mattina, poiché il palato, diversamente da ciò che avviene nelle diverse ore della giornata, è pronto ad accogliere nuovi sapori e questo permette di cogliere appieno tutte le sfumature dell’aceto. Inoltre, è bene precisare che non va mai bevuto come si farebbe con un liquore ad esempio, ma va fatto girare a piccoli sorsi nel palato come si fa col vino. Prima di passare all’assaggio, però, è necessario osservarlo bene, al fine di controllare se si tratta di un prodotto limpido, luminoso, se ha un colore particolarmente intenso e la sua densità. Infatti, più l’aceto è corposo, maggiore è la sua resa nelle ricette più ricercate, ad esempio sulla carne succosa.
Un prodotto più liquido, invece, si presta meglio a condire piatti semplici come le insalate. Tuttavia, diversamente da come si potrebbe pensare, non sempre densità è sinonimo di invecchiamento: non è detto che le cose vadano di pari passo, ed un aceto denso può essere anche più giovane di uno più liquido. Infine, si effettua, un’analisi olfattiva per individuare i diversi sentori. Di solito, un aceto più sciropposo, presenta sapore e profumi dell’uva; un aceto più giovane ha un odore di cotto ed uno più vecchio permette di percepire i sentori legnosi e fruttati.
Le visite guidate in acetaia
Per fare una degustazione di aceto è possibile organizzare una visita guidata in acetaia, che si svolge seguendo un percorso, che parte dal vigneto e si conclude con la degustazione dell’oro nero:
- Passeggiata tra le vigne: si inizia il percorso osservando e toccando con mano le vigne da cui parte la produzione di aceto, in questo modo è possibile immergersi in tutto il processo di produzione dell’aceto.
- Visita alle sale: le acetaie hanno diverse sale per la produzione dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP (in genere nel sottotetto delle acetaie) e dell’Aceto Balsamico di Modena IGP. In queste sale, passeggiando tra le varie botti di legno che custodiscono il prezioso condimento, è possibile apprendere tutti i segreti di produzione.
- La degustazione: al termine della visita guidata, solitamente si passa all’assaggio del prodotto, seguendo i consigli dei produttori, per assaporarlo al meglio. Inoltre, è possibile conoscere i segreti per abbinarlo al meglio e renderlo protagonista di molteplici piatti.
- Acquisto del prodotto: dopo aver fatto un percorso di conoscenza del prodotto, è possibile acquistare direttamente in acetaia le diverse tipologie di aceti, selezionati dai produttori e consigliati a seconda degli abbinamenti che si ha intenzione di preparare.
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP: la storia secolare di molte famiglie
L’Aceto Balsamico non è un’invenzione moderna, ma una tradizione antichissima legata al territorio modenese che affonda le sue radici in tempi lontanissimi. E oggi è uno dei prodotti simbolo della cucina italiana e del Made in Italy. Quando si parla di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP infatti ci si sta riferendo ad un prodotto d’élite, un vero gioiello della produzione italiana che porta in alto il nome del Bel Paese.
Un po’ di storia dell’Aceto Balsamico
Già nelle Georgiche di Virgilio si parlava della consuetudine di cuocere il mosto, ma sarà solo nel settembre dell’anno 1046 che si avrà sicura testimonianza di “quel famoso aceto”, come viene descritto nella lettera che lo accompagna, quando il marchese di Toscana Bonifacio inviò al re Enrico III futuro imperatore di Germania, una bottiglia del prezioso nettare. La tradizione di regalare l’Aceto Balsamico prende sempre più piede, secolo dopo secolo, e gli aristocratici ne fanno dono molto spesso come di un prodotto assolutamente di pregio.
Secolo dopo secolo la città di Modena è diventata rinomata presso tutte le corti per questo particolare prodotto tanto che, alla fine del sedicesimo secolo, sono databili documenti in cui il Ducato Estense parla dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena come di un arricchimento per le tavole di tutti gli aristocratici.
L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena: oggi come ieri
La tradizione dell’Aceto Balsamico nel territorio modenese è antichissima, come abbiamo visto e gode del favore degli intenditori da secoli. Una vera e propria leggenda per palati fini. Per difendere questo prestigio moltissime famiglie, generazione dopo generazione, si sono impegnate nel mantenere alta questa storica tradizione. Il territorio modenese è infatti ricco di acetaie che hanno una storia famigliare che si lega a doppio filo alla Storia, con la S maiuscola, e allo sviluppo della lavorazione dell’aceto.
Anche ai nostri giorni l’Aceto Balsamico di Modena è considerata una vera e propria risorsa del territorio tanto che viene definito comunemente l’Oro Nero di Modena. Il vertice dei vertici, per quanto riguarda gli aceti balsamici, è da considerare l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, il vero punto di riferimento dell’alta qualità. Per produrre questo tipo di aceto è necessario rispettare scrupolosamente tutte le direttive del famigerato “Disciplinare Unico di Produzione” che regolarizza ogni fase di lavorazione.
La preparazione deve essere assolutamente naturale, artigianale e tradizionale. Non solo questo tipo di prodotto deve subire un processo di affinamento o invecchiamento importante per offrire il suo inconfondibile sapore. Il mercato degli aceti balsamici offre diverse certificazioni e la qualità varia molto in base ad esse. Ad esempio, per l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP esiste la certificazione “extravecchio” che garantisce un invecchiamento di almeno 25 anni.
Si può ben immaginare che questo tipo di lavorazione porta a sviluppare bottiglie di assoluto pregio che possono essere considerate dei veri capolavori che doneranno gusto anche alle tavole più raffinate e ricercate. Basteranno pochissime gocce del prezioso nettare per dare senso a tutti i piatti, per impreziosire qualunque pietanza, per rendere speciale ogni prelibatezza, per affascinare anche il palato più esigente.
La produzione dell'Aceto Balsamico: dal passato al presente
Come si produce l'apprezzatissimo Oro Nero di Modena? In questo articolo vi parleremo proprio della produzione dell'Aceto Balsamico. Dal passato al presente, fino ad arrivare alle tavole dei nostri clienti.
La produzione nel passato
L'Aceto Balsamico è visceralmente collegato a Modena e al suo territorio. Non si può parlare di uno senza citare l'altro, con il suo clima e i suoi vitigni dalle uve zuccherine già apprezzate fin dall’antichità. L'antenato dell'Aceto Balsamico trova le sue radici nei mosti d'uva e negli aceti che già venivano ampiamente utilizzati in Mesopotamia, in Palestina e in Egitto. L’utilizzo del mosto arrivò fino a Roma, dove gli antichi Romani resero il mosto cotto una preziosa risorsa alimentare.
La produzione dell'Aceto Balsamico che conosciamo oggi ha però una natura più recente. Infatti, l’aggettivo “balsamico” iniziò a comparire nei registri degli inventari ducali della Reggia Estense di Modena nel 1747. Con il tempo le tecniche sono state migliorate e tramandate di generazione in generazione, permettendoci di portare sulle tavole di oggi un condimento eccezionale.
L'Aceto Balsamico di Modena ha ottenuto il suo primo riconoscimento ufficiale nel 1993 dal Ministero dell'Agricoltura e nel luglio del 2009 è arrivata l'ufficializzazione dell'I.G.P. da parte della Commissione Europea. Il Tradizionale di Modena ha invece trovato la sua tutela D.O.C. nel 1986 e il riconoscimento D.O.P. nel 2000.
La produzione dell'Aceto Balsamico: come avviene oggi?
Da una storia millenaria nascono due tipologie di Aceto Balsamico: il Tradizionale di Modena D.O.P. e l’Aceto Balsamico di Modena I.G.P. Entrambi vengono realizzati esclusivamente con uve provenienti dai vitigni di Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni della nostra provincia.
La produzione dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. avviene usando il mosto d'uva cotto, senza l'aggiunta di aceto di vino e grazie ad un lungo affinamento in botti di legni pregiati. Le botti vengono disposte in batterie (di norma composte da 5 botti) di differenti capacità (60-50-40-20-10 litri). Le botticelle possono essere in Rovere, Castagno, Ginepro, Ciliegio, Gelso, Frassino e Acacia.
L’Aceto Balsamico di Modena I.G.P., invece, si ottiene dall’unione di mosto cotto e aceto di vino. L’affinamento avviene sempre in botti di vari legni e si arriva ad imbottigliare un prodotto dal sapore e odore inconfondibile.
La nostra produzione dell'Aceto Balsamico: una visita in acetaia
Noi di Acetaia Marchi portiamo a termine ogni fase di produzione dell’aceto balsamico con estrema attenzione. Tante cure, tanta passione e un’elevata attenzione al dettaglio ci consentono di proporre prodotti genuini e capaci di conquistare ogni palato. In fondo, per portare sulle tavole dei nostri clienti questa deliziosa eccellenza italiana ci vuole tutto questo e anche molto altro. Noi, però, non sentiamo la fatica: preparare il nostro oro nero ci piace e ci rende felici e soddisfatti.
Per conoscere più da vicino le fasi di produzione dell'Aceto Balsamico, è possibile prenotare una visita alla nostra acetaia. Sarà un’esperienza davvero unica! Trovate tutte le informazioni qui. Vi aspettiamo nella nostra acetaia a Modena!
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P: una preziosa idea regalo
Avreste mai pensato di regalare l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P? Sicuramente, si tratta di un’opzione da non sottovalutare. È un dono prestigioso, che risulta sempre molto apprezzato.
Il nostro aceto, frutto di una tradizione centenaria
L'Aceto Balsamico Tradizionale D.O.P si propone come un regalo speciale, capace di offrire a chiunque un sapore unico. Regalarlo significa donare un prodotto accompagnato da una storia lunghissima, che pone le sue origini nell’antichità.
Questo prodotto è il frutto delle conoscenze tramandate di padre in figlio. Queste conoscenze uniscono la passione e l'esperienza, creando un prodotto pregiato. L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P può offrire lo sprint ideale a tanti piatti salati e un inaspettato tocco di bontà in più a molti dessert.
Il bouquet di odori pervaderà istantaneamente il destinatario del dono, non appena avrà stappato la bottiglia in vetro dal design classico ed elegante. Il destinatario potrà apprezzare immediatamente gli aromi scaturiti dall'invecchiamento del mosto cotto, ottenuto da uve del territorio e lasciato invecchiare in botti di legni pregiati. Tra questi ultimi troviamo rovere, castagno, acacia, ciliegio, frassino e gelso.
Regalare l'esperienza del gusto dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P
Tutte le nostre versioni dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P vantano un gusto elaborato che si sposa perfettamente con tantissimi cibi, esaltandone le caratteristiche organolettiche. Pertanto, i destinatari del vostro prezioso regalo riceveranno un dono versatile, da usare in cucina in base alle proprie preferenze. All’interno del nostro sito troverete numerose opzioni tra le quali scegliere, che si differenziano tra loro per la complessità degli aromi, per la densità e per l’entità dell’invecchiamento.
Quando si regala l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P, più che un prodotto si regala un'esperienza sensoriale fatta di gusto e tradizione.
La nostra è una bontà certificata
La qualità della materia prima, che arriva direttamente dalle colline modenesi, rende il nostro aceto una vera e propria eccellenza. Questo permette ai nostri clienti di portare in tavola la tradizione e tante sfumature di un sapore autentico. Potete fidarvi dei nostri prodotti perché la nostra è una bontà certificata.
Le certificazioni che accompagnano i nostri prodotti le abbiamo ottenute grazie al nostro attento lavoro quotidiano e alla nostra passione. Sono derivate anche dalla dedizione che i nostri professionisti impiegano nel curare le materie prime, lavorare le terre e perfezionare ogni passaggio che dà vita ad un prodotto eccellente. Regalando il nostro Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P, donerete una bontà autentica e certificata.
Mai più senza!
Il nostro Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P è un prodotto che si evolve e che assorbe sapori per tutta la durata della maturazione nelle botti. Una volta imbottigliato, conserva tutta la sua bontà per un lungo periodo, rimanendo sempre delizioso e perfetto da gustare in combinazione con differenti pietanze. Riesce a conquistare proprio tutti, anche il palato più fine. Conquista persino per il suo aspetto, in quanto viene proposto in un packaging raffinato e dal design tradizionale e unico.
Perciò, possiamo dire con certezza che l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P è proprio un regalo prezioso e adatto ad ogni occasione!
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. extravecchio o affinato? Le differenze
L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. è uno dei condimenti più apprezzati ed imitati del nostro territorio, che dal 2000 vanta appunto la Denominazione di Origine Protetta.
Noi di Acetaia Marchi lo produciamo esclusivamente con mosti cotti di uve provenienti dalle province di Modena e Reggio Emilia. Per poter ottenere un prodotto di qualità dobbiamo riprodurre particolari condizioni climatiche in singolari sottotetti e seguire passo dopo passo una dettagliata procedura.
Produciamo entrambe le tipologie di balsamico tradizionale: l'Affinato e l’Extravecchio. Questi prodotti differiscono tra loro in particolare per quanto riguarda il procedimento di invecchiamento. Entriamo nel dettaglio.
Le tipologie di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.
Come anticipato, le due principali categorie di balsamico tradizionale di Modena si distinguono sulla base del loro invecchiamento. L'invecchiamento del prodotto è determinato dal tempo che questo trascorre all'interno delle botti. Il balsamico, man mano che invecchia, verrà travasato in botti più piccole. L'insieme delle botti è chiamato "batteria" e deve essere composto da almeno 4 pezzi.
L'affinamento è il procedimento tramite il quale l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P., via via che invecchia, diviene sempre più concentrato e aromatico grazie all'azione degli aceto-batteri. Occorrono circa due anni affinché si avvii il processo di fermentazione ed acetificazione del prodotto di partenza. Ne servono altri dieci di invecchiamento nelle varie botti della batteria per ottenere un prodotto che possa essere definito "affinato".
Viene considerato “extravecchio” un balsamico tradizionale che ha subito una maturazione in botte di almeno 25 anni. Questa tipologia di prodotto viene prelevata annualmente dalla botte più piccola. La sua produzione e l’imbottigliamento devono seguire le procedure fissate dal disciplinare di produzione. Il disciplinare obbliga i produttori ad imbottigliare l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. in bottigliette da 100 ml, sigillate sul tappo con un contrassegno numerato.
Le differenze tra l’Affinato e l’Extravecchio
Insomma, la principale differenza tra i due prodotti è data dal tempo di invecchiamento, che risulta superiore per l'extravecchio. Questa differenza si traduce in un’ulteriore distinzione: quella che riguarda il sapore e la consistenza. La più lunga durata dell’invecchiamento porta l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. extravecchio ad avere una consistenza più densa e un sapore più aromatico e deciso.
L'aromaticità viene definita da una commissione d'assaggio composta da 5 degustatori che devono aver avuto l'abilitazione dalla Camera di Commercio di Modena. Questi attribuiscono un punteggio per l'aspetto visivo, il profumo e il gusto del prodotto. Solo dopo l'approvazione da parte della commissione sarà possibile imbottigliare e vendere l'aceto come Balsamico Tradizionale.
Un aceto affinato deve raggiungere un punteggio minimo di 229 punti, mentre un extravecchio non deve avere un punteggio sensoriale inferiore ai 255 punti.
Volete assaporare un ottimo Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.?
Se avete risposto di sì, non esitate a provare i nostri prodotti. Noi di Acetaia Marchi proponiamo sia l’Affinato che l’Extravecchio, entrambi puri e pregiati, dal colore nero intenso, carico e lucente e dotati di una gradevole e armonica acidità. Possiamo proporre diverse soluzioni e ogni volta avrete a disposizione un Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. di qualità e unico nel suo genere.
La differenza tra l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. e l'Aceto Balsamico di Modena I.G.P.
Se parliamo di aceto balsamico, è naturale che stiamo parlando di una città: Modena. Quest’ultima è la capitale estense in cui ritroviamo per la prima volta la dicitura "balsamico" nel 1747. La dicitura veniva usata per distinguere quella particolare categoria di prodotto dalle altre già presenti nelle cantine di Palazzo Ducale di Modena.
Alla fine dell'800, l'aceto balsamico era già un prodotto rinomato e stimato in tutta l'Italia, non solo per la sua qualità e gusto. Oggi è il protagonista di numerose fiere in tutto il mondo e colleziona anno dopo anno importanti riconoscimenti.
Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. e Balsamico di Modena I.G.P.
L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. e il balsamico I.G.P. sono prodotti avvalorati da certificazioni che ne garantiscono la qualità e la genuinità. Tuttavia, devono essere conosciuti con le loro distinte caratteristiche. Infatti, tra questi due prodotti c’è più di una sostanziale differenza.
Il primo è il risultato di un processo che prevede numerose fasi e lavorazioni. Si parte dalla cottura del mosto d’uva, ad una temperatura minima di ottanta gradi, e poi si passa alla fermentazione. L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. viene lasciato invecchiare per un minimo di 12 anni, che diventano 25 se si vuole ottenere la dicitura "Extra Vecchio”. Durante questo periodo, l'aceto viene travasato in botti di legno pregiato che danno origine a caratteristiche organolettiche immancabili e inconfondibili.
Se invece parliamo di Aceto balsamico di Modena I.G.P. ci riferiamo ad un prodotto tipico del nostro territorio preparato con una miscela di mosto cotto d'uva e aceto di vino. Il processo di invecchiamento e affinamento è notevolmente ridotto rispetto a quello del tradizionale D.O.P. Infatti, il lasso minimo di tempo richiesto dal relativo disciplinare è di 60 giorni e il massimo è di 2 anni.
Che cosa comportano queste differenze?
Entrambi i prodotti rispettano le strette indicazioni dei disciplinari che ne regolano la produzione e il risultato finale. Per fare un esempio, l'uva utilizzata dev'essere raccolta esclusivamente sulle colline modenesi e della provincia, e anche nella provincia di Reggio Emilia per l'Aceto Balsamico di Modena I.G.P. I vitigni utilizzati sono quelli di Lambrusco, Ancellotta, Trebbiano, Sauvignon, Sgavetta, Berzemino ed altri vitigni DOC della provincia di Modena. Anche il colore viene severamente controllato per fare in modo che si presenti nella giusta tonalità, ovvero di color bruno intenso.
Nonostante questi dettagli in comune, è chiaro che le differenze in termini di ingredienti e invecchiamento permettono di avere due prodotti dal sapore e dalla consistenza diversi. Infatti, l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. ha un sapore più intenso e marcato, nonché una consistenza più corposa rispetto a quella dell'Aceto Balsamico di Modena I.G.P. Anche il profumo del tradizionale D.O.P. è più accentuato in confronto a quello del balsamico I.G.P.
Anche il livello e la percezione dell’acidità è ben differente nei due prodotti. Questo sentore è più marcato e presente nell’Aceto Balsamico di Modena IGP dove la percentuale minima deve sempre essere maggiore del 6% mentre è più bassa nell’Aceto Tradizionale di Modena DOP dove nel lungo periodo di invecchiamento meglio si amalgama ed attenua.
Pertanto, possiamo dire con certezza che le differenze tra i due prodotti non mancano. Con questi presupposti non ci resta altro che invitarvi ad assaporare il nostro aceto balsamico. Preferite il tradizionale D.O.P. o il balsamico I.G.P.? Fateci sapere!
La nostra produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.
Da oltre un secolo l'Acetaia Marchi produce l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. I nostri prodotti sono molto apprezzati anche dai più grandi intenditori del settore. La nostra produzione prevede numerose fasi, l’uso di materie prime di alta qualità e di botti in legno pregiato. Andiamo a conoscere questo prodotto a livello generale e poi a parlare più nel dettaglio della nostra produzione.
Un prodotto tradizionale e anche D.O.P!
L'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena è tutelato dal marchio D.O.P. da più di vent'anni, precisamente dal 17 aprile del 2000. Questa è la data in cui è stato approvato il regolamento europeo per la tutela di questo prodotto. L’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. è un prodotto derivante dalla cottura del mosto d'uva e dal successivo affinamento di minimo 12 anni o invecchiamento di minimo 25 anni.
Il marchio D.O.P. è una garanzia
Per avvalersi del marchio D.O.P. la produzione deve attenersi a un rigido disciplinare, il quale tutela questa prelibatezza dalle imitazioni che spesso sono apparse sul mercato. I cardini di questo disciplinare sono l'utilizzo di mosto di sole uve selezionate, provenienti dai vitigni della provincia di Modena. Tra questi vitigni possiamo nominare il Lambrusco, il Trebbiano, il Sauvignon, l’Ancellotta, la Sgavetta, il Berzemino e l’Occhio di Gatta.
Una volta selezionati i mosti, si procede alla cottura a fuoco diretto a una temperatura di 84° per 12-14 ore in contenitori a vaso aperto. La fase cruciale è quella dell'affinamento/invecchiamento, che deve avvenire in botti di legno di rovere, castagno, gelso, acacia, rubinia, ginepro, ciliegio e frassino (scelti per la loro aromaticità), conservate in sottotetti preferibilmente non coibentati. Le escursioni termiche sono infatti fondamentali per la riuscita del procedimento d’affinamento/invecchiamento dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. Durante tutti questi anni, l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. deve riposare in acetaia.
La nostra produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.
All'interno dell'Acetaia Marchi le botti predisposte per far maturare e riposare l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. sono suddivise in batterie, ordinate dalla più capiente a scalare. L’Oro Nero viene progressivamente travasato dalla più grande alla più piccola. Ciascuna di esse è differente per la capienza, ma anche per la tipologia di legno (rovere, castagno, ciliegio, ginepro, etc.) con cui è realizzata. I progressivi travasi consentono all'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. di concentrarsi, raggiungendo gli standard organolettici di colore, densità, profumo e sapore stabiliti dal disciplinare.
Raggiunti gli anni di affinamento e invecchiamento, i prodotti vengono selezionati da un'apposita commissione di assaggiatori, diventando così il nostro Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. Ai nostri clienti proponiamo un prodotto di elevata qualità, preparato con le sole uve del nostro territorio. Seguiamo passo dopo passo il disciplinare e prestiamo attenzione ad ogni singola fase della produzione.
Alla scoperta del delizioso e inebriante Oro Nero
Da anni, nella nostra famiglia, tramandiamo la passione di generazione in generazione. Tramandiamo anche la tradizione e l’amore per questo speciale prodotto tipico del nostro territorio. La nostra produzione è rivolta ai privati e ai buongustai, ma anche alle aziende e ai professionisti di vari settori. Con questi presupposti vi invitiamo a mettere alla prova il nostro Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P. Potrete portare in tavola una raffinata tradizione e un gusto davvero unico.